REGNO SOTTILE
Regno sottile, museo studio Francesco Messina, Milano, installation view, 2019
Geomanzie, marmo, acer buergerianum 2019
Still waters run deep, 54x28x105 marmo, piante, terra, dettaglio, 2019
regno sottile
REGNO SOTTILE, 2019
a cura di Sabino Maria Frassà
Studio Museo Francesco Messina ?ilano
Con "Regno Sottile" l'artista trasforma il Museo in un giardino all'italiana - fatto di marmo e piante - e riflette sul rapporto uomo-natura e vita-morte. Saranno infatti presentate fino al 21 luglio per la prima volta le "opere vive" di Giulia Manfredi, in cui la crescita delle piante nel marmo è parte integrante delle opere, che si trasformano e crescono come in una serra con il passare del tempo; la mostra è infatti completata da sistema di irrigazione e luci "rosa" necessarie per la crescita delle piante.
Con questa mostra, fatta di vita, l'artista ha avuto il coraggio di andare oltre le opere in resina, che tanto successo le hanno portato, non ultima la mostra A room of my own da Ventura Centrale durante la design week 2019.
Come spiega il curatore Frassà 'Regno Sottile' non è però una mostra ambientalista, quanto una riflessione sul concetto di "responsabilità umana" e sul tempo che si vive, il Presente, ovvero il regno sottile, così precario e schiacciato tra passato e futuro. Il titolo della mostra, fortemente voluto dall'artista, evoca appunto quella sensazione e idea di transitorietà alla base di tutta la ricerca artistica di Giulia Manfredi.
L'artista è del resto fortemente convinta che nulla sia per sempre, anche l'arte, che può solo aspirare a sublimare la finitezza dell'uomo, cercando di lasciare qualcosa di ciò che è stato a chi verrà. Perciò il senso di responsabilità e del mondo che stiamo lasciando ai nostri figli è la vera chiave di lettura da cui partire per comprendere questa mostra in cui opere precedenti realizzate con elementi privi di vita sono affiancate alle nuove "opere vive". Le nuove opere vive sono sculture in marmo che riprendono le geometrie e l'ordine dei giardini all'italiana e al cui interno crescono e si impongono piante. Il regno sottile è perciò quello spazio al contempo di precarietà e di possibilità in cui si colloca la vita di ogni essere umano: un arco temporale limitato in cui ognuno di noi - più o meno consapevolmente - agirà e lascerà traccia. Per quanto piccoli noi esseri umani, più delle altre forme di vita, abbiamo la possibilità di "determinare" il mondo che ci circonda non solo oggi, ma soprattutto domani.
Giulia Manfredi spiega così la genesi della mostra: “Questa mostra e e le opere in essa contenute hanno avuto un lunghissimo tempo di gestazione, perché volevo creare arte con la vita, volevo qualcosa che potesse crescere e modificarsi nel tempo all’interno di strutture “rigide”, ordinate e predefinite. Le nuove opere - “Still waters run deep” e “Geomanzia” - riprendono la logica e le geometrie dei giardini all’italiana. In particolare mi affascina l’idea alla base della progettazione di queste realtà ci sia una sorta di diagramma magico che prevedeva il posizionamento delle piante in determinati contesti geometrici per convogliare energie astrali e sfruttarne le proprietà. Ogni segmento del giardino era concepito come microcosmo dalla valenza sacra e veniva delimitato per non dissipare gli influssi “magici” che la geometria sacra canalizzava e conteneva. Al centro, a partire dall’hortus conclusus medioevale, si trovava simbolicamente l’acqua. Allo stesso modo l’elemento centrale della mostra è un “fiume” che ha scavato dei solchi in sei blocchi di marmo, ciascuno contenente una ecosistema botanico in miniatura”.
Sabino Maria Frassà